-La lingua.

« Older   Newer »
  Share  
Seba91
view post Posted on 23/3/2008, 14:55




Quali sono i fattori che inducono ad usare il volgare come lingua di espressione culturale? In Francia per rispondere al bisogno culturale di un nuovo pubblico, in Italia è il risultato dell’ascesa della classe borghese-mercantile nelle città, che ha bisogno di cultura per la propria attività e ha l’esigenza di esprimere il proprio parere sul mondo e sulla società. E, poiché i membri di questa classe non conoscono il latino, devono usare la lingua di uso comune. Un fenomeno a parte è la scuola siciliana. Il volgare risponde alle esigenze, non di diffusione della cultura, ma alle esigenze di una cerchia chiusa e raffinata di poeti. Che cercano nella poesia la nobilitazione. Non ricorrono al volgare siciliano parlato, rifiutano i modi bassi e colloquiali, ma elaborano una lingua letteraria raffinata, con calchi latini, creano un siciliano illustre. Questi testi erano molto amati in toscana e ci sono pervenute molte copie di copisti toscani che hanno anche sovrapposto le caratteristiche del proprio idioma a quello siciliano. Nel Centro-Nord il passaggio del volgare a lingua letteraria avviene in un contesto diverso: il COMUNE. E a causa del policentrismo politico, si ha anche un policentrismo linguistico. Così nel ‘200 si pone il problema della lingua: non ne esiste una unica, ma ognuno si esprime con il proprio volgare. Ma poi la Toscana assumerà una posizione di prestigio e il suo dialetto comincerà progressivamente ad imporsi come volgare unico. Dante voleva come lingua unica, una lingua formata da le cose migliori di ogni volgare, ma non fu possibile e si affermò la lingua di cui c’era un modello concreto, usata da grandi scrittori: il toscano. Così il fiorentino divenne la lingua italiana. Ma l’unificazione fu limitata al campo letterario. Ma il latino non scomparì, ma rimase come la lingua della cultura dotta. L’intellettuale doveva essere bilingue: latino e volgare. Il latino ebbe un notevole influsso anche sul lessico del volgare. Nel ‘300 si avrà il rilancio del latino da parte di Petrarca. Inoltre c’era la presenza del francese: la lingua d’oil aveva un grande prestigio: moderna lingua d’uso e lingua di cultura. Ma resiste in Italia anche l’uso del provenzale. Ne fanno uso gli imitatori settentrionali dei trovatori, e anche nella tradizione successiva Siciliana e Toscana si nota l’impronta lasciata dal provenzale. Anche nella lingua della “Commedia” di Dante sono frequenti i provenzalismi. Inoltre è grande l’influenza che le lingue francesi ebbero sul lessico italiano.
 
Top
0 replies since 23/3/2008, 14:55   138 views
  Share