-La letteratura religiosa.

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Seba91
view post Posted on 23/3/2008, 14:58




La letteratura religiosa è un’area tematica, è difficile trovare un filone preciso di letteratura religiosa, in quanto nel medioevo la religione cristiana pervadeva tutta la cultura. Si considerano religiose quelle opere in cui il fine religioso è superiore agli altri. Un esempio è il primo componimento della letteratura italiana: “Il cantico di frate sole” di Francesco d’Assisi. Esalta l’umiltà e la povertà. Il testo è in volgare perché è rivolto a tutti, non solo ai dotti. San Francesco conosceva il latino, quindi il suo componimento non è un testo popolaresco: ci sono riferimenti alle sacre scritture, c’è la presenza di elementi retorici e stilistici. E’ una prosa ritmica: ci sono clausole ritmiche, è una preghiera, un inno di lode a Dio, di interpretazione controversa: lode per ciò che ha creato o lode pronunciata dalle sue creature. PER: causa o agente? Nel cantico si legge la visione di una terra riconsacrata dallo Spirito Santo, mondo rinnovato e pacificato. Altra forma letteraria religiosa è la lauda, cantata dei flagellanti. Argomenti di questo tipo di componimento sono gli episodi della vita di Cristo, lodi alla Madonna, il peccato, la Misericordia di Dio. La forma era semplice: spesso come la ballata. A volte c’era un solista che recitava la strofa ed un coro che cantava un ritornello, in questo caso si parla di laude drammatiche. Un poeta importante di questa corrente è Iacopone da Todi che, dopo la morte della moglie e la scoperta che indossava il cilicio, si schierò con gli spirituali. In questo periodo si crearono due filoni: nel primo è sempre presente il corpo come fonte di peccato, il disprezzo del mondo, la miseria della condizione umana, si pone lo sguardo sugli aspetti più crudi della realtà. Questa scelta porta appunto Iacopone al rifiuto totale del mondo. Pertanto il suo linguaggio risponde a questa visione. Secondo filone è il misticismo, il linguaggio muta elevandosi a Dio, si pone rilievo all’esperienza mistica, si parla dell’impossibilità di poter rendere il senso dell’infinito. Inoltre intorno alla figura di San Francesco nascono “I Fioretti”, esempi gentili, in cui si evince lo spirito fanciullesco del francescanesimo, l’amore per tutte le creature, l’attesa di una terra promessa, la fiducia in una rigenerazione profonda del mondo. Dopo la morte di Francesco, l’ordine si divise in due filoni: gli spirituali che predicavano la rigorosa fedeltà agli insegnamenti di Francesco, la povertà, la rinuncia; e i conventuali che scendevano a compromessi con gli interessi politici e mondani, attenuando la povertà e la rinuncia e accettando la proprietà collettiva. Inoltre gruppi di francescani, i fraticelli, arrivarono ad accusare di eresia il papa. Uno di questi fu Michele da Calci. Condannato al rogo per non aver riconosciuto l’autorità del papa. Altro francescano fu san Bernardino da Siena, famoso per le sue prediche in volgare con cui riusciva a trascinare le folle, trattando di temi morali legati alla vita di ogni giorno. Altra figura è santa Caterina da Siena, domenicana, si impegnò nell’azione sociale, nella riforma della chiesa e nel ritorno del papa a Roma da Avignone. Nelle sue opere si nota un senso di letizia, l’amore per Dio e per l’uomo. L’uomo comincia ad essere autonomo: non è più una fragile creatura inevitabilmente vittima del peccato, ma è lui che sceglie il suo destino. Il corpo non è più nemico dell’anima. I toni espressivi sono dolci ma forti, ricchi di metafore.
 
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