-La Scuola Siciliana.

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Seba91
view post Posted on 23/3/2008, 15:00




Nasce presso la corte di Federico II , i siciliani non usano la lingua d’oc, bensì il loro volgare depurato e nobilitato, così nasce la prima forma poesia in volgare italiano. I siciliani danno vita alla tradizione poetica italiana. La loro poesia riprende i temi e lo stile della lirica provenzale. Una differenza è che nella poesia provenzale accanto all’amore cortese c’era anche un filone che parlava di temi morali e politici. I poeti siciliani sono tutti impiegati statali come notai, giudici…e nei loro componimenti trattano solo l’amore. Questa differenza poiché nel nord c’erano scontri tra guelfi e ghibellini e scontri politici negli stessi comuni, mentre in Sicilia come nel sud Italia la monarchia reggeva tutto e non si sentiva il bisogno di una poesia politica o morale alimentata da contrasti. I temi sono quelli tipici dell’amore cortese, come il servigio d’amore senza avere nulla in cambio, la donna, fonte di virtù e bellezza, l’eccellenza della donna. Anche qui c’è paura dei malparlieri che potrebbero infangare il nome dell’amata. Tutti questi motivi vengono ulteriormente stilizzati dai siciliani, in quanto non presentano riferimenti temporali o di spazio, sono tutti immersi in una stessa atmosfera. Infatti la poesia siciliana nasce attraverso combinazioni di elementi già dati. Il linguaggio è elaborato, ci sono artifici retorici e metrici. Si tenta di arrivare ad uno stile sublime. Ma nella poesia siciliana ci sono anche componimenti popolareschi, come il “contrasto” di Cielo d’Alcamo, Rosa fresca aulentissima, che rappresenta il dialogo tra un giullare e la donna che tenta di sedurre, quasi come una parodia dell’amor cortese: l’amore inteso come qualcosa di sensuale e di carnale.



 
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