Il “Convivio”

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Seba91
view post Posted on 23/3/2008, 15:11




Frutto della filosofia e della politica in Dante fu il "Convivio", sua prima opera dottrinale.

Quest’opera fu scritta tra il 1304 e il 1307.

Essa doveva essere una vasta enciclopedia di tutto lo scibile umano, che sarebbe dovuta servire a dimostrare la sua dottrina. Doveva esser composta di 15 trattati, il primo introduttivo e gli altri come commento in chiave allegorica a 14 canzoni. Ma Dante compose solo i primi 4 trattati, il primo introduttivo e quelli di commento a "Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete", "Amor che ne la mente mi ragiona", "Le dolci rime d'amor ch'i' solia".

Molto probabilmente Dante interruppe l'opera quando sostituì la teologia alla filosofia per il raggiungimento della conoscenza, quindi la "Commedia" è il ritorno alla "donna gloriosa" (teologia), rispetto alla "donna gentile" (filosofia) del "Convivio", alla Verità rispetto alla Filosofia.

Nel primo trattato dice di voler offrire un "banchetto" di sapienza a chiunque abbia uno spirito gentile che non abbia fini di lucro ma non si sia potuto dedicare alla sapienza per mancanza di tempo, sia uomini che donne non letterati, e quindi scrive la sua opera in volgare.

La lettura delle canzoni è puramente allegorica: questo è spiegato nel secondo trattato dove descrive i cieli e le gerarchie angeliche.

Il terzo trattato, invece, è un inno alla sapienza, somma perfezione dell'uomo.

Nel quarto trattato parla della vera nobiltà, non solo privilegio di sangue, non solo per schiatta, ma piuttosto conquista personale grazie alle proprie virtù.

La prosa si distingue da quella della "Vita nova" in quanto serve al ragionamento: non è pervasa dall'afflato mistico. Ha una costruzione tipica del latino, con molte subordinate, ma ben disposte. E’ questo il primo vero esempio di prosa in volgare della storia.

 
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