Cavalieri di Malta, Senza Patria (l’erranza)

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Seba91
view post Posted on 26/3/2008, 18:05




Dopo molte traversie, alla fine di luglio la flotta giovannita approda a Civitavecchia. Unico a offrire rifugio e protezione ai Gerosolimitani é Adriano VI. Accoglienze trionfali attendono i difensori di Rodi. Schierata nell'arsenale, la squadra navale pontificia rende gli onori ai vascelli della Religione, mentre il Papa mette la città a disposizione del Gran Maestro perché ne faccia la sede provvisoria dell'Ordine

Tra le prime ipotesi viene valutata la possibilità di installarsi nel porto di Suda, sulla costa settentrionale di Creta o a Cerigo, la più meridionale delle isole Ioniche.

Un progetto che incontra subito l'opposizione di Venezia: la Serenissima é legata a Costantinopoli da accordi commerciali e politici e teme la vicinanza dei bellicosi figli di San Giovanni. Una giustificazione a parer mio da ribrezzo! Preferire il vile denaro alla difesa della Cristianità in primo luogo ed al riconoscimento dei meriti e dei sacrifici sopportati dai Cavalieri di San Giovanni è da vero scandalo!

Ulteriori sondaggi prendono in esame l'Elba, Minorca, Ibiza, Heres, Ischia e Malta. E tra le tante, la soluzione ideale appare proprio quest'ultima. Appartiene alla corona di Spagna e la decisione per una eventuale cessione spetta solo a Carlo V.
L'intenzione dell'imperatore è di concedere Malta, Gozo e la base di Tripoli, ma illustra anche la pesante contropartita richiesta: Le due isole saranno assegnate in feudo perpetuo, ma il Gran Maestro dovrà prestare giuramento di fedeltà al sovrano.

Condizioni inaccettabili. Il giuramento di fedeltà costituirebbe una grave violazione della Regola che impone la più rigida neutralità nei conflitti tra stati cristiani e contrasta con la condizione sovrannazionale dell'Ordine.

La prima reazione al progetto imperiale é, dunque, negativa. Ma dopo due sedute piuttosto animate, il Capitolo decide di trattare con il sovrano e dichiara di accettare Malta e Gozo purché siano libere da qualsiasi vincolo: unico impegno che i Cavalieri sono disposti a concedere è a scelta tra una Messa da far celebrare ogni anno quale ringraziamento per il beneficio ricevuto o il dono di un falcone da consegnare, nel giorno di Ognissanti, al viceré di Sicilia.

Intanto 8 Giovanniti, uno per ogni Lingua ispezionano le condizioni delle difese e le risorse dell’isola. Nonostante lo stato di necessità, i responsabili dell'Ordine non sembrano disposti a prendere decisioni affrettate. Sanno fin troppo bene che l'Islam non darà loro tregua e che appena saranno su una nuova terra, verranno assaliti dalle armate di Solimano, quindi la scelta va fatta con cura.

Malta non entusiasma i Cavalieri. Grande, rocciosa, inospitale, non regge il confronto con Rodi né per clima, né per bellezze naturali e da esperti soldati, si rendono conto di come sia difficile difenderla. Per fortificarla dovranno spendere somme ingenti.

La peste, intanto, costringe i Gerosolimitani ad abbandonare Viterbo. Il 15 giugno del 1527 raggiungono Corneto, una cittadina poco distante, ma anche il nuovo rifugio si dimostra insicuro. Poi, il 14 novembre, la flotta getta le ancore nel porto di Nizza accolta dal duca Carlo III di Savoia. E' la terza sede dopo Rodi, nella quale i Cavalieri resteranno per quasi due anni in attesa di eventi.

Carlo V intanto ha preso la decisione definitiva: concederà Malta sgravata da qualsiasi obbligo di fedeltà, ma insiste nell'aggiungere alla donazione la fortezza di Tripoli. Un regalo del quale l'Ordine farebbe volentieri a meno, vista l’eccessiva vicinanza con i possedimenti Islamici… sarebbe come mettere un pezzo di carne in mezzo ad un branco di leoni affamati! Un suicidio!
il 23 marzo del 1530 Carlo V firma la bolla con la quale assegna l'isola alla Sacra Milizia. L'imperatore accetta le condizioni e tra una Messa e il falcone, sceglie quest'ultimo.

Qualche mese ancora e il 26 ottobre il Gran Maestro sbarca a Malta e ne prende solennemente possesso.

Sette, interminabili anni sono trascorsi dal momento in cui, in una grigia alba invernale, i Gerosolimitani hanno lasciato Rodi.





 
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