Recensione The Bank

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Er Dandi
view post Posted on 21/3/2009, 19:56





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The Bank

Per il suo primo lungometraggio il regista e sceneggiatore australiano Robert Connolly non sceglie un thriller qualsiasi, con assassini da scovare e poliziotti violenti o intuitivi. Preferisce partire dall'ostica, almeno per i profani, teoria dei frattali e costruire un'avventura ad alta tensione ambientata nel mondo bancario, in cui il potere economico degli azionisti è strettamente legato agli interessi personali del comitato direttivo. In questo panorama di corruzione fa la sua comparsa un matematico geniale, Jim Doyle, che si trasforma presto in una fondamentale pedina. Il giovane talento infatti lavora da tempo sui massimi sistemi ed è vicino alla soluzione di una formula in grado di prevedere i crolli del mercato azionario.
La possibilità di arricchirsi accende immediatamente l'immaginazione e l'avidità dell'amministratore delegato della Centabank, Simon O'Reilly tanto da decidere di dare la possibilità a Jim di concludere le proprie ricerche. Il genio matematico smette così di scrivere formule sulle tovaglie dei ristoranti per usufruire delle disponibilità di denaro e di risorse tecnologiche che gli offre l'ingordo O'Reilly. "Santo Graal della teoria economica poggiata sulle leggi del caos", Jim lavora instancabilmente sulla sua teoria, nascondendo a tutti la propria vera identità. Sembra infatti disposto a sacrificare le sue aspirazioni di matematico geniale in nome dell'insaziabile "dio economico" che distrugge poveri e ingenui piccoli risparmiatori. Tra curve di profitto e bilanci attivi e passivi la tensione sale, e nell'avvicendarsi degli eventi si infittisce il mistero.

Definito nel '99 da "Variety" uno dei dieci registi più promettenti per la sua premiatissima produzione di corti, Robert Connolly con "The bank" conferma le aspettative. La sua è una trama obiettivamente complessa ma accessibile, costruita attraverso dialoghi lunghi e determinanti. Connolly realizza una lucida denuncia del mondo avido e scarsamente morale dell'"economia" bancaria senza avvalersi di effetti speciali o inquadrature originali, ma solamente d'una splendida fotografia e una sceneggiatura accurata e sempre sostanziale. Un registro stilistico personale ed essenziale in grado di mantenere vigile l'attenzione.
 
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