Michela (1), di dalnota

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"hari_seldon"
view post Posted on 26/8/2009, 21:27




Io e mia moglie viviamo in un grosso paese nell’entroterra irpino; mentalità molto ristretta e grande propensione al pettegolezzo, soprattutto quello malevolo che, se può, distrugge le persone. Ci amiamo profondamente e siamo complici all’inverosimile, consapevoli delle nostre debolezze e decisi a goderci tutti gli aspetti della vita che ci piacciono. Per assecondare i nostri desideri siamo però costretti ad andare ogni volta lontano dal nostro ambiente. Insomma, ci siamo costruiti, nel tempo, due vite molto diverse tra loro e gelosamente separate. Michela è … stavo per dire ninfomane, ma non sarebbe corretto ! Infatti non solo raggiunge l’orgasmo, ma è capace di averne più d’uno. Diciamo allora … affamata di cazzo. Meglio: di cazzi. Infatti, se può, ne gradisce più d’uno. Il suo numero perfetto è tre, ma poiché nulla è perfetto se sono di più non si lamenta. A una condizione però: che non sia una “maratona del sesso”, cioè una serie più o meno lunga di cazzi che le vengono infilati a turno nei buchi! Lei odia questo tipo di rapporto. Tutto dev’essere fatto con una accurata regia che le consenta di godere appieno dei maschi.
In particolare, vuole avere il tempo e il modo di assaporare fino in fondo tutta la sborra che sono capaci di scaricarle in bocca: è golosa di sborra.
Sa riconoscere il maschio dal sapore della sua sborra. E lo ha dimostrato. Ma di questo parleremo più tardi. Casa nostra – siamo noi due soli – ha un piano riservato alla nostra vita sessuale: due stanze che usiamo, quasi esclusivamente d’inverno, solo per scopare in tutti i modi che riusciamo ad inventare. Nel corso dei nostri viaggi abbiamo raccolto una collezione di falli finti e di oggetti per divertirci nelle lunghe notti d’inverno, magari guardando qualche video porno. Lei comunque vuole tutti i buchi pieni, e talora pieni all’inverosimile. Senza essere una vamp o un’attrice, Michela, magra e ben tornita, riesce ad essere, a seconda dei suoi desideri, molto sexy o molto comune; è “flessibile”, riesce cioè ad assumere posizioni che potrebbero sembrare quasi impossibili, grazie alla sua passione per la danza, che continua a coltivare con impegno; aborrisce i collant, preferendo indossare calze e reggicalze o, sotto i pantaloni, i collant “effetto reggicalze”; va orgogliosa della sua fica pelosa e odia maschi e femmine depilate; fa ginnastica per tenere sempre tonici i muscoli delle cosce, per cui riesce ad avere fica e culo strettissimi ma capaci di aprirsi a dismisura. Salvo in quei giorni, non indossa mutandine, neppure sul lavoro, dove è di una modestia e di una irreprensibilità assolute: non ama scherzare coi clienti. Ma comunque resta una troia : talora, quando è eccitata, gioca a “moglie sopra femmina
sotto”. Approfittando del bancone che la nasconde agli occhi dei clienti dal seno in giù, organizza uno spettacolino solo per me: si china sotto il bancone, si toglie la gonna e resta nuda dalla vita in giù a trattare i clienti mentre la mia pressione arteriosa sale alle stelle alla vista del suo culetto incorniciato dalle calze di seta. Dimenticavo di dirvi che lavoriamo insieme e che siamo noi due soli la maggior parte del tempo, ma forse a questo punto era ovvio. E’ fortemente esibizionista e si eccita al pensiero dello sguardo arrapato di maschi che scrutano sotto la sua gonna, coi cazzi duri e bagnati. Il suo sogno è esibirsi in uno spettacolo osceno davanti a un pubblico di soli uomini nudi dalla cintola in giù: dice che il loro odore soltanto la farebbe arrivare.
Ma non pensate che disdegni le donne: anche una bella leccata di fica o un po’ di fisting, fatto e subìto, le piacciono molto, come anche succhiare un cazzo che esce caldo caldo da una fichetta per riempirle la bocca di sborra.
Eravamo in Toscana, di luglio, in vacanza in un agriturismo e avevamo un appartamentino con una terrazza che si affacciava sulla piscina, isolato dal resto del complesso; Michela avrebbe potuto prendere il sole nuda se non fosse stato per una villetta in costruzione in cui si affaccendavano cinque operai. I quali si mostravano comunque interessati al suo minuscolo bikini, lanciandole spesso lunghi sguardi lascivi. L’idea nacque così, spontanea: e se ….. ? La sera stessa all’orario di chiusura del lavoro avvicinai l’ultimo degli operai mentre stava chiudendo il cancello e parlammo per venti minuti.
“Oggi si va in paese” le dissi la mattina dopo “mettiti in tiro”. Usciti dall’agriturismo, ci trovammo di fronte la villetta. “Diamo un’occhiata ?” chiesi, ed entrammo. Appena dentro, estrassi un suo foulard dalla tasca. “E’ una sorpresa” dissi e le bendai gli occhi. Lei, che aveva capito benissimo, rispose prontissima “Ma che sorpresa?”. La condussi nel seminterrato. Erano già pronti, tutti e cinque, perfettamente in silenzio, in cerchio intorno a una grande coperta, tutti completamente nudi. Uno spettacolo grandioso. “Ma che dobbiamo fare?” mi chiese lei con voce lamentosa. “Vieni vieni” e la condussi fino alla coperta. “Via le scarpe e la gonna” ordinai. “ma vuoi scopare qui?” mi rispose “nella nostra stanza non era meglio? E se arrivano i muratori?” e intanto si sfilò la gonna e calciò via le scarpe, restando in reggicalze nero, sottilissimo, e calze trasparentissime di seta. “La camicetta” ordinai nuovamente. E anche quella sparì; ovviamente non indossava reggiseno. “In ginocchio ora e apri la bocca”. “Hummmm, un bel pompino di primo mattino!” esclamò lei inginocchiandosi. Intanto avevo fatto cenno a uno di loro che si era prontamente portato davanti a Michela, il cazzo già bello duro. Appena la cappella le sfiorò le labbra, cominciò a saettare la lingua, avvolgendola prima di ingoiarla. Poi lentamente risalì l’asta mentre il cazzo le scendeva verso la gola. A questo punto con un cenno feci avvicinare altri due ai lati e, da dietro, le presi le mani. Allargandole le braccia, molto lentamente, mentre lei continuava a spompinare, portai le sue mani sulle aste dei due, e gliele strinsi intorno. Al contatto coi due cazzi, fece un salto indietro, simulando grande sorpresa, e si strappò la benda dagli occhi. “Ossignore” esclamò guardandosi intorno “ma è magnifico! Ma che cazzi meravigliosi! Tutti per me?” Si alzò in piedi. “venite tutti qui, fatevi assaggiare” disse facendosi circondare. Li abbracciò uno ad uno, baciandoli nella bocca, accarezzando bicipiti e pettorali, palpeggiando lo scroto a uno e succhiando la cappella all’altro, con calma, con gusto, mentre a mia volta mi spogliavo e mi univo al gruppo. Nessuno aveva ancora profferito motto. Quando ebbe completato la “conoscenza” dei cinque si accovacciò a cosce larghe di fronte a due e cominciò un doppio pompino; gli altri cominciarono a sciogliersi e, un po’ esitanti, cominciarono a toccarla. Era scomodo per tutti, per cui, senza togliersi i cazzi di bocca, Michela si rialzò in piedi disponendosi a squadra, le cosce aperte. Come se lo avesse ordinato, uno di loro si sedette tra le cosce e cominciò a leccarla con gusto, sprofondandole la faccia nella fica, che immaginai fosse ormai fradicia, come se la scopasse con il naso.
Lei mugolava, persa nel suo piacere, alternando i due cazzi che le stantuffavano la bocca, fino a che il primo cedette, spruzzando sborra bollente nella bocca aperta. Lo succhiò fino all’ultima goccia, spalmandone un po’ sulla seconda cappella, come condimento, fino a far arrivare anche l’altro. Quan-do i due si allontanarono per riprendere fiato, Michela fece pressione sul viso di quello che la leccava costringendolo a terra e sdraiandosi su di lui in un 69. Poi protestò: “e il culo? Non vi piace?” e si sollevò leggermente sulle ginocchia in modo da offrire l’ano grinzoso alla vista. Subito uno cominciò a leccarglielo golosamente. “Dai, riempitemelo” gemette in estasi mentre intanto anche il terzo le schizzava sborra in bocca e sul viso. Quello che glielo leccava, prima con una certa esitazione, poi, constatando che la resistenza non era eccessiva, con un colpo deciso, le infilò la nerchia in culo, cominciando a sbatterla con giovanile vigoria.

(continua)
 
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