Michela (7)

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"hari_seldon"
view post Posted on 26/8/2009, 21:44




Non potendo più vedere mia moglie, osservai il mio compagno : dalla sua espressione, stava mettendo tutta la sua arte in quel pompino! Non durò a lungo! In venti minuti, tutti e sei avevamo diligentemente eiaculato nella bocca di mia moglie. Mentre nella sala si svolgevano le “operazioni di voto” venimmo sostituiti da altri sei membri e anche Sara procedette al suo esame.
Per amore di verità, devo dire che Michela fu più brava. A Sara occorse più tempo. Comunque finalmente potemmo rientrare e facemmo circolo intorno alle due donne, in attesa della proclamazione.
Mario salì sul palco e mostrò i biglietti dove avevano segnato il numero del cazzo del proprio marito. Michela aveva scritto 4 !!!!! Sara aveva indovinato. La osservai, mentre Mario proclamava Sara prima puttana della serata, con diritto a imporre i quadri erotici, e Michela sua schiava, col compito di assecondarne i desideri. Non mi sembrò né turbata né dispiaciuta. Nel frattempo, in attesa della definizione del primo quadro erotico, cominciarono a formarsi vari gruppi. Essendo nuova, Michela attirava l’attenzione e peraltro la sua abilità di pompinara si era sparsa, per cui si trovò presto al centro dell’attenzione. Così mi ritrovai a osservare la mia bella mogliettina accovacciata sui talloni e circondata da cinque cazzi duri che le penetravano a turno in bocca. Mentre osservavo la scena, eccitato e forse anche un po’ geloso (in fondo era la prima volta che io NON partecipavo) mi raggiunse quella con la mascherina e mi si mise di fronte. “Geloso ?” mi chiese. “Non troppo” risposi. Rise “Ma anche tu puoi avere tutta la fica che vuoi, qui. Guarda.” E fece un cenno a un’amica che la raggiunse. Insieme si misero a leccarmi il cazzo, toccandosi tra loro. Era una bella sensazione quella di essere spompinato osservando mia moglie che succhiava cazzi a rotazione, spostandosi da una cappella all’altra e tenendone sempre uno in bocca e uno in ciascuna mano. Molto eccitante. Poi una di loro si mise a pecorina e l’altra mi aiutò a infilarglielo nel culo. Mi concentrai nell’operazione e quando rialzai gli occhi, mi accorsi che uno dei neri stava arrivando alle spalle di Michela. Le appoggiò il cazzo alla spalla, facendo occhieggiare la sontuosa cappella. Lei non aspettava altro da due giorni !
Si girò a mezzo prendendola tra le labbra. Quella sotto di me mugolava, aiutata, mi resi conto, dalla mano della donna con la mascherina, che si era insinuata nella sua fica: sentivo le dita sul mio cazzo. Il nero intanto aveva fatto alzare Michela e la baciava. Vedevo al lingua, così rosa contro il nero della pelle, guizzare nella sua bocca. Era un uomo possente. Le sue dita frugavano tra le cosce di mia moglie. Poi la sollevò afferrandola per la vita e se la caricò, mettendola a testa in giù e affondandole la faccia nella fica che immaginai fosse già fradicia. Era uno spettacolo.
Che fu interrotto alla mia vista dall’arrivo di uno che stava osservando noi e aveva pensato che quella che mi inculavo, in fondo, aveva ancora posto, per cui le si piazzò davanti mettendole il cazzo in bocca. Per fortuna l’operazione richiese che si chinasse e potei continuare ad osservare la scena. Michela a testa in giù si reggeva con entrambe le mani al cazzo del nero, succhiandolo e mordicchiandolo, mentre quello continuava a leccarle la fica e a ficcarci tutta la lingua. Fu raggiunto da un compagno, che la afferrò per i capelli e affiancò il suo al cazzo dell’amico, premendo forsennatamente per infilare anche il suo nella bocca di mia moglie. Come avrei dovuto, immaginare, Michela era riuscita a diventare il centro delle attenzioni di tutti. A parte noi quattro, praticamente tutti osservavano quell’incredibile gruppo che anche cromaticamente era assolutamente incredibile. Due corpi neri contro uno bianco; le calze rosse; le lingue rosa; dita nere che si infilavano in fessure rosa (il nuovo arrivato aveva cominciato a infilare le dita nel culo di Michela). E finalmente uno schizzo di sborra, bianca, che colpì il viso di Michela e le gocciolò lungo le labbra, sulla fronte, nei capelli, per poi cadere a terra. Era l’ultimo arrivato. Non aveva resistito alla potenza della lingua saettante di mia moglie. Anch’io arrivai, riempiendo l’intestino della signora di sborra calda. Ritraendomi, scoprii che l’amica mascherata aveva infilato la mano per intero nella fica. Restava fuori solo il polso.
Tecnicamente, mi aveva fatto una sega. Dall’interno. Continuando a masturbare l’amica, si chinò a prendermelo in bocca e me lo ripulì fino all’ultima goccia, mentre un altro prendeva il mio posto infilando l’uccello nel buco, dilatato e umido, della mia ospite, che nel frattempo veniva irrorata di sborra in bocca. Intanto un nuovo nero si era av-vicendato. Rimisero Michela in piedi. Abbracciò il nuovo venuto e lo baciò appassionatamente, la bocca sporca di sborra, mentre la sollevavano per le cosce, aprendola a squadra. Dato che il punto di osservazione era buono e dato che ero piuttosto spompato, mi accovacciai dietro la signora mascherata e pensai che potevo ricambiare il favore, così cominciai con delicatezza a introdurre prima due poi tre dita nella fica spalancata. Intanto, osservavo la cappella del nero che lentamente penetrava le piccole labbra di mia moglie, per poi essere inghiottita e infine seguita da una buona metà di quella considerevole asta.
La fica della mia compagna si apriva assecondando la pressione delle mie dita. Cinque, strette a punta.
L’altro nero appoggiò la cappella all’ano di Michela, che cedette subito, piena di umori com’era e le strappò un gridolino di piacere subito soffocato dalla lingua esigente del suo compagno di fronte.
Ora anche il dorso della mia mano stava per farsi strada in quella fica dilatata all’inverosimile. La donna mi accompagnava con movimenti che si riflettevano sul movimento della sua mano nella fica dell’altra.
Vidi la cappella scomparire nel culo di Michela e pian piano il resto dell’asta. I due cominciarono allora a muoversi in sincrono, sbattendola con dolcezza. Un astante si avvicinò e le fece uscire le tette dalle coppe del reggiseno. Aveva i capezzoli durissimi. L’uomo li strinse tra le dita, come se volesse arrotolarli, strappandole un grido di godimento. Sudore e sborra le gocciolavano in volto. Il movimento dei due si fece più veloce, i colpi più intensi.
Un uomo col cazzo in fiamme mi scostò e appoggiò il cazzo sull’ano della mia compagna, che fece resistenza. Allora la donna ritirò la mano dalla fica dell’amica, fradicia di umori, e la usò per lubrificarsi, consentendo un accesso rapido e indolore.
Altri uomini si avvicendavano intorno a mia moglie, sempre più stravolta da quella doppia penetrazione, e la baciavano sulla bocca. Sembrava che volessero scoparsela tutti insieme contemporaneamente. Fu la volta di una donna, che la baciò sulla bocca e poi le succhiò i capezzoli. Sembrava che quella scopata non dovesse mai finire.
Ero sconvolto. Sentivo il cazzo nel culo della mia compagna come se lo tenessi direttamente in mano; ogni vena, ogni rilievo, la strozzatura sotto la cappella. La tensione mi aveva fatto affondare la mano fino al polso. Temetti di lacerarla. Ma sembrava godere alla grande. Sentii il fremito che percorse il cazzo quando il fiotto di sborra arrivò potente e sentii anche il calore dello sperma bollente.
E finalmente anche i due neri arrivarono, a poca distanza l’uno dall’altro, con animaleschi e rochi grugniti di piacere.
(continua)
 
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