Tutti gli appassionati di videogames sapranno benissimo che tipo di gioco sia Street Fighter. Considerando il deserto di titoli del genere presenti su PC, rinfreschiamo le idee: il titolo Capcom è un picchiaduro a incontri vecchia scuola, in cui due lottatori si combattono in un ambiente bidimensionale con l’obiettivo di ridurre il più velocemente possibile la barra d’energia dell’avversario. Mentre su console questo genere ha continuato a vivere grazie ad esponenti di spicco quali Tekken e Dead or Alive che lo hanno evoluto in tre dimensioni, il panorama pc per qualche oscura ragione non è mai stato altrettanto ricco.Street Fighter IV, quindi, arriva finalmente a riempire un vuoto che per molti vecchi appassionati pareva incolmabile e la sua uscita su questa piattaforma riveste un’importanza ancora maggiore rispetto alle console.
Come annunciato da Capcom in fase di sviluppo e appurato prima nei coin-op delle sale giapponesi e poi su PlayStation 3 e Xbox 360, il quarto capitolo della serie ha tentato una strada difficile, vincendo però la propria scommessa: rinverdire i fasti del magico episodio del 1991 e ristrutturarlo per renderlo attuale anche a diciotto anni di distanza. Un lavoro da artigiani fini, da veri storici del videoludico che, possiamo dirlo, è riuscito perfettamente.
Non fatevi ingannare dalle immagini, Street Fighter IV, nonostante presenti modelli tridimensionali di qualità, mantiene un’anima bidimensionale. Ciò significa che i lottatori si muovono solo sul piano verticale ed orizzontale, senza la possibilità di andare in profondità, riproponendo lo stesso gameplay che ha reso grande la serie.
Per sancire il successo del ritorno del Re, però, dovevano essere rispolverati anche i personaggi storici che tutti hanno imparato ad amare ed odiare. Un elemento non da poco, visto il carisma di queste vere e proprie icone, la cui importanza è stata colta subito da Capcom. Ecco quindi tornare direttamente da SF2, più in forma che mai, Ryu, Ken, Chun Li, Guile, Zangief, Honda, Blanka, Dalshim, Balrog, Sagat, Vega e Bison, mentre dalle versioni successive Akuma, Gouken, Gen, Sakura, Rose, Fei Long, Dan e Cammy. Quattro sono invece le nuove entrate: Abel, un misterioso ragazzone francese che ha perso la memoria, Crimson Viper, un’affascinante detective, El Fuerte, un cuoco dotato di un’agilità fuori dal comune e infine Rufus, un grassone americano amante del Kung-Fu.
Il cast, insomma, dovrebbe soddisfare tutti i palati, da quelli più nostalgici a chi cerca un nuovo fighter in cui immedesimarsi.
Sembra scontato dirlo, ma è importante sottolineare come ogni personaggio abbia mantenuto inalterato il proprio stile di combattimento, quindi potrete trovare tutte le mosse speciali con le quali maltrattavate i coin-op tanti anni fa. Anche i movimenti richiesti per le esecuzioni sono sempre gli stessi: mezze lune, indietro-avanti, pugni o calci premuti a ripetizione sono combinazioni entrate ormai nell’immaginario collettivo dei videogiocatori e che, incredibilmente, risultano meravigliosamente attuali anche a distanza di tanto tempo.
Street Fighter IV, così come i suoi predecessori, è un videogioco estremamente duttile, che si dimostra allo stesso tempo immediato quanto profondo e complesso, se lo si studia a fondo. Come da tradizione, il giocatore può contare su sei colpi “base”: pugno debole, pugno medio, pugno forte e i tre corrispettivi per i calci. Imparare a scegliere la potenza del pugno o del calcio a seconda della situazione di gioco non è molto difficile e con un minimo di pratica si ottengono risultati più che discreti. Per essere davvero competitivi, soprattutto negli scontri online, è però fondamentale capire come dominare le nuove tecniche speciali studiate da Capcom.
Iniziamo dall’introduzione probabilmente più originale ed importante, il “Focus Attack”. Eseguibile premendo contemporaneamente pugno e calcio medio, questo attacco per essere efficace va caricato un paio di secondi, durante i quali tutti i colpi del nostro avversario verranno assorbiti. Ciò significa che mentre verremo colpiti non si interromperà l’animazione del Focus ma la nostra barra di energia scenderà temporaneamente, per poi rigenerarsi nel caso in cui la tecnica andasse a segno. Questa mossa è di straordinaria importanza, perché permette prima di tutto di sferrare un contrattacco in qualsiasi situazione e può stordire per qualche istante il nemico, rendendolo vulnerabile ad altri colpi o combo devastanti.
In fondo allo schermo si trovano due indicatori, uno orizzontale per le “Super” e le “EX” e uno circolare per le “Ultra”. Entrambe le barre si riempiono durante il round a seconda dei colpi presi o ricevuti, con la differenza che quella della “Ultra” viene annullata tra un round e l’altro.
La barra delle “Super” è divisa in quattro parti: se caricata del tutto permette di eseguire una versione ridotta delle “Ultra combo” che vedremo in seguito, mentre è sufficiente che ne sia riempita anche solo una porzione per scoccare una “EX”, ovvero una variante più potente delle tipiche mosse speciali come lo Shoryuken.
Le “Ultra” sono invece le combo più potenti, efficaci e spettacolari su cui potete contare. Eseguirle non sarà semplice, ma lo sarà ancora meno indovinare l’esatto istante in cui sfruttarle. Ci sono alcuni personaggi, come Akuma, che possiedono Ultra in grado di dimezzare letteralmente la barra di energia del nemico, cambiando idealmente le sorti dell’incontro. Padroneggiare questo colpo richiede molta pratica e astuzia, ma l’enorme soddisfazione nel vederle andare a segno e magari chiudere così un combattimento è uno dei piccoli grandi pregi che rendono Street Fighter IV un gioco fantastico.
Le possibilità tattiche offerte dal gameplay sono praticamente infinite. Sarete voi giocatori che farete il lottatore, non il personaggio in sé. Conoscere a menadito ogni peculiarità di Ryu piuttosto che di Abel richiede tempo, dedizione e pratica ma solo così riuscirete a cogliere la vera essenza della serie, qui riproposta in modo sopraffino. Il gioco è anche per questo un titolo dalla longevità straordinaria. Oltre le modalità proposte, che spaziano dal classico arcade ad incontri, al survival fino alle prove tecniche, l’interesse per il gioco è garantito dalla consueta caratterizzazione dei personaggi, che rende ogni incontro un nuovo incontro, da affrontare sempre in modo differente.
Tutto molto bello fino ad ora, ma tutta questa spettacolarità sarebbe vana senza un adeguato sistema di controllo. Qual è quindi la periferica più adatta per dominare un gameplay così particolare? Qui il discorso è semplice: premesso che utilizzare la tastiera è un po’ come giocare a un titolo calcistico con il mouse, si ottengono risultati decenti già con un buon joypad, come quello dell’Xbox 360 per intenderci. Per chi vuole tirare fuori il massimo dal capolavoro Capcom, però, è d’obbligo l’acquisto di uno stick arcade. In commercio ne esistono diversi tipi (anche compatibili Xbox 360 – Pc) a prezzi variabili. Per la recensione è stato utilizzato uno stick di fascia media (costo intorno ai 60 €) che si è rivelato un ottimo compromesso e ha garantito una risposta agli input sempre immediata e convincente. Sta a voi valutare l’eventuale acquisto, ovviamente in base anche al potenziale interesse sul gioco a lungo termine.